====== LA POLIFONIA DELLA LIBERA VERSIONE DI MARULIĆ DELLA CANZONE "VERGINE BELLA" DI PETRARCA ====== //Bratislav Lučin// La versione latina di Marulić della celebre poesia che conclude il //Canzoniere //è una creazione dell'alta cultura umanistica, risultato non solo di una lettura da conoscitore, ma anche e propriamente empatica. La poesia intitolata //Ad Virginem beatam//((Cf. il [[http://www.ffzg.hr/klafil/croala/cgi-bin/getobject.pl?c.29:19.croala.148335.148344|testo latino della Ad Virginem beatam nella collezione digitale CroALa]].)) fu composta da Marko Marulić intorno agli anni 1509-1511, durante un soggiorno nella solitudine dell'insenatura di Nečujam sull'isola di Šolta, e pubblicata come testo accompagnatorio dell'//Euangelistarium //(prima edizione: Venezia 1516). L'autore fu certamente ispirato dal desiderio umanistico di dare a un poeta esemplare una veste linguistica e versificatoria classica. Possiamo presupporre un motivo simile anche per la sua versione latina del primo canto della //Divina Commedia //di Dante, la cui origine potrebbe essere stata influenzata anche dal dato – che certamente trovò nel //Trattatello in laude di Dante //del Boccaccio – sull'intenzione del poeta di comporre la sua //Commedia// in esametri latini. Mentre la scelta dell'esametro da parte di Marulić per la trasposizione del modello epico-narrativo di Dante è comprensibile, la decisione della scelta della forma versificatoria in cui sarebbe stata resa la molteplice complessità organizzativa della stanza petrarchesca non è altrettanto comprensibile di per sé. Considerato che scelse il distico elegiaco, si deve supporre che Marulić avesse recepito il suo modello innanzi tutto in chiave elegiaca, e non innica o in altra chiave. Con la sua versione latina Marulić ha creato un'opera complessa, nella quale, come in una composizione musicale, è possibile riconoscere più voci riunite in un'armoniosa unità. La prima voce di tale polifonia è indubbiamente quella di Petrarca; ma mentre finora gli studiosi si sono prevalentemente occupati della trasposizione (e ampliamento) di Marulić a livello contenutistico, in questo contributo si considera la relazione della versione nei confronti dello strato non tematico del discorso di Petrarca, vale a dire nei confronti di alcune caratteristiche stilistiche dell'originale (le antitesi, le coppie di parole, l'enumerazione per asindeto e polisindeto; cfr. la [[c:lucin-polifonia#Tabella 1|Tabella 1]]). Tali impronte stilistiche sono state trasposte quasi immancabilmente da Marulić nei suoi versi latini. Come seconda voce della polifonia di Marulić s'intendono le relazioni intertestuali con le fonti bibliche, liturgiche e con altre fonti cristiane. Qui sono messi in evidenza quei casi in cui l'interprete della poesia si avvicina, talvolta letteralmente ritorna alle formulazioni originarie delle fonti latine ([[c:lucin-polifonia#Tabella 2|Tabella 2]]). Per quanto riguarda gli echi dei poeti antichi, che compaiono durante la transmetrizzazione, la prestilizzazione e il rifacimento umanistici dell'originale, si deve dire che quelli nella versione di Marulić sono presenti in misura più abbondante e più variata di quanto non sia stato notato finora ([[c:lucin-polifonia#Tabella 3|Tabella 3]]). La libera interpretazione di Petrarca lasciataci da Marulić non è un //unicum //nella produzione poetica umanistica: suoi compagni di viaggio nella versione della canzone di Petrarca sono gli umanisti italiani del XV e XVI sec. Pietro Barozzi, Filippo Beroaldo il Vecchio, Marco Vasio e lo Spagnolo (o Portoghese) Pedro Amado. Se dunque finora si parlava di una specifica polifonia "interiore" della poesia //Ad Virginem beatam//, ora potremmo parlare, attenendoci alla metafora del titolo, della polifonia "esteriore" della versione di Marulić: egli, come voce d'autore indipendente, si unisce al //concentus //internazionale delle versioni umanistiche della illustre canzone. //Ad Virginem beatam //si trova cronologicamente al terzo posto tra le versioni latine della canzone di Petrarca (preceduta da quelle di Pietro Barozzi e di Filippo Beroaldo), ma le supera indiscutibilmente per raffinatezza poetica. Entro certi limiti solo Beroaldo può essere comparato a Marulić, ma le loro due versioni del modello comune sono del tutto diverse. Si deve, tuttavia, avvertire che nell'epistola dedicatoria di Beroaldo vi sono alcune formulazioni sulla traduzione che sono inusualmente simili a quelle di Marulić nella sua dedica a Jerolim Papalić; tali somiglianze inducono a supporre che la dedica di Beroaldo potesse essere nota a Marulić. L'ultima voce della polifonia qui presa in considerazione è veramente musicale: la traduzione di Marulić ebbe origine dalla richiesta dell'amico Jerolim Papalić, compositore e umanista spalatino, che desiderava musicare l'opera di quello scrittore esemplare nella veste musicale umanistica. Il loro concittadino Franjo Božićević (//Franciscus Natalis//) ci conferma che Papalić musicò realmente la versione latina di Marulić e la eseguì con l'accompagnamento della "//cithara//". Lo spartito del Papalić non è, purtroppo, giunto fino a noi. Secondo le testimonianze conservatesi si trattava di musica monodica: la linea melodica principale è interpretata da una voce accompagnata dal liuto. Quali criteri musicali e compositivi poterono guidare Jerolim Papalić nel musicare il testo composto in distici elegiaci latini? I principi della resa musicale dei versi antichi li espose l'umanista di origine croata Franjo Niger (//Pescennius Franciscus Niger Venetus Liburnus, //1452-1523) nel suo manuale //Grammatica brevis //(prima edizione: Venezia 1480; cf. per esempio una pagina della edizione [[http://daten.digitale-sammlungen.de/~db/0003/bsb00030284/image_176|Basel 1499]]). È risaputo che gli esempi di notificazione del Niger influenzarono i musicisti di quel tempo, ed è possibile che ad essi si fosse ispirato anche Jerolim Papalić. ([[http://www.knjizevni-krug.hr/knjiga.asp?IDKnjige=430|PETRARCA I PETRARKIZAM U HRVATSKOJ KNJIŽEVNOSTI -- Zbornik radova s međunarodnog simpozija]], Split: Književni krug, 2004. //Traduzione: Nicoletta Russotti Babić//) ===== Tabella 1 ===== La relazione della versione nei confronti dello strato non tematico del discorso di Petrarca: confronti di alcune caratteristiche stilistiche dell'originale. ^ Petrarca ^ Marulić ^ |bench'i' sia terra, / et tu del ciel regina (13) |regina superni / Sis licet imperii, sim cinis ipse licet (13-14) | | contra' colpi di Morte et di Fortuna (18) | Contra fortunę tela minasque necis (17) | | sotto 'l qual si trïumpha, non pur scampa (19) | Ø | | del tuo parto gentil figliuola et madre, / ch'allumi questa vita, et l'altra adorni (28-29) | Editaque ex illo cuius es alma parens, / Pręsentis uitę lumen lumenque futurę (24-25) | | che per vera et altissima humiltate (41) | Mens humilis super alta tulit Te culmina cęli (35) | | il secol pien d'errori oscuri et folti (45) | De Te iustitię Sol ortus nocte fugata (39) | | tre dolci et cari nomi ài in te raccolti, / madre, figliuola et sposa (46-47) | Filia, sponsa, parens: tria nomina colligis in Te (41) | | et fatto 'l mondo libero et felice (50) | Et libertatis donauit munere mundum / Vinclisque ereptos duxit ad astra patres (45-6) | | santi penseri, atti pietosi et casti (56) | Te casti mores, humilis mens, gestus honestus / Et semper sacro pectus amore flagrans (53-4) | | ove 'l fallo abondò, la gratia abonda (62) | Si tamen in nobis, seges est ubi multa malorum, / Germinet oratu gratia multa Tuo (59-60) | | et la mia torta / via drizzi a buon fine (65) | Vtque meos gressus per deuia lustra uagantes / Compellas recti tramitis ire uiam (63-4) | | Vergine, quante lagrime ò già sparte, / quante lusinghe et quanti preghi indarno (79-80) | Aspice quam sęuę feriant mea uela procellę / Concutiantque meum quanta pericla caput (67-8) | | pur per mia pena et per mio grave danno (81) | Ø | | era a me morte, et a lei fama rea (97) | Dedecus hausisset illa, sed ipse necem (120) | | ch'a te honore, / et a me fia salute (104) | Spes erit inde mihi, gloria magna Tibi (128) | | no 'l mio valor, ma l'alta Sua sembianza, / ch'è in me, ti mova a curar d'uom sí basso (109-10) | Nec quam uilis ego spectes, sed quantus ubique est / Non dedignatur qui meus esse pater (133-4) | | Vergine humana, et nemica d'orgoglio (118) | Virgo fouens humiles meritoque perosa superbos (147) | | miserere d'un cor contrito humile (120) | Iam Tibi deuotam suscipias animam (150) | | Se dal mio stato assai misero et vile (124) | Ø | | Vergine, i’ sacro et purgo / al tuo nome et penseri e 'ngegno et stile, / la lingua e 'l cor, le lagrime e i sospiri (126-8) | Ingenium, linguam, calamum, suspiria, fletum, / Cor, curas omnes, Virgo, dicabo Tibi (157-8) | | sí corre il tempo et vola (132) | Sic properant anni, fugit ętas, tempora semper / Prępetibus pennis irrequieta uolant (165-6) | | Vergine unica et sola (133) | At Tu, Diua, omnes uincens pietate fideque (169) | | e 'l cor or conscïentia or morte punge (134) | Ø | ===== Tabella 2 ===== Le relazioni intertestuali con le fonti bibliche, liturgiche e con altre fonti cristiane; casi in cui l'interprete della poesia si avvicina alle formulazioni originarie delle fonti latine. ^ Petrarca ^ Marulić ^ Fonti cristiane ^ | di sol vestita (1)|radiis Solis amicta (2)|mulier amicta sole (//Apc.// 12,1) | | benchi'i' sia terra (13)|sim cinis ipse licet (12)|quia pulvis es et in pulverem reverteris, (//Gn //3,19) - (Antiph. //Regina coeli//) | | Vergine saggia, e del bel numero una / de le beate vergini prudenti (14-15)|O sapiens Virgo prudentumque agminis una / Primaque uirgineos inter habenda choros (13-14)|Haec est virgo sapiens et una de numero prudentum (//Brev. Rom., Commune virginum, //Antiph. I) | | que' belli occhi... volgi (22-25)|Illos... oculos... conuerte (19-21)|illos tuos... oculos... conuerte (Antiph. //Salve Regina, //7-8) | | o fenestra del ciel lucente altera (31)|Ianua stelliferi semper aperta poli (26)|celi fenestra facta es, Tu regis alta ianua / et porta lucis fulgida (//O gloriosa Domina //8-10 = Ven. Fort. spur. 8, 8-10) | | Tu partoristi il fonte di pietate (43)|De Te fons placida manans pietate repleuit / Terrarum uacuo quicquid in orbe patet (37-38)|tu fons pietatis manans largiter (//O regina lux divina,// 9-10; cf. G. M. Dreves //Analecta hymnica medii aevi,// I, //Cantiones bohemicae, //Leipzig 1886, str. 42.); salva me, fons pietatis (//Dies irae, //24) | | anima mia... peccatrice, i' nol nego (72-73)|quis enim sine crimine uiuit? (77)|nemo sine crimine vivit (Cato, //Dist. //1,5,2) | ===== Tabella 3 ===== Gli echi dei poeti antichi che compaiono durante la transmetrizzazione, la prestilizzazione e il rifacimento umanistici dell'originale. ^ Petrarca ^ Marulić ^ Fonti classiche ^ | al mio prego T'inchina (11) | aures pande precibus... meis (10) | aures pande deo (Sil. It. 9,57) | | anzi la prima (16)|Primaque uirgineos inter habenda choros (14) | docta neque ancillas inter habenda Nape (Ov. //Am//. 1,11,2); illa cothurnatas inter habenda deas (Ov. //F//. 5,348). | | contra colpi di... fortuna (18) | Contra fortunę tela (16) | Sic ego Fortunae telis confixus iniquis (Ov. //Pont. //2,7,15) | | o refrigerio al cieco ardor ch'avampa (20) | His quorum mentem feruida cura coquit (18) | feruida cura (Tib. 3,18,1) | | prego che sia mia scorta (64) | Vt mihi sis uitę duxque comesque meę (62)| duxque comesque (Ov. //Trist. //1,10,10 ed 3,7,18; Ov. //Pont.// 4,12,23) | | et la mia torta via / drizzi a buon fine (65) | Vtque meos gressus per deuia lustra uagantes (63) | per devia lustra vagantes (Ov. //Met. //3,146) | | | albent mea tempora canis (71) | albentia tempora canis (Ov. //Met. //3,516; cf. anche: 8,569; 14,655; 15,211; Stat. //Theb. //10,706) | | | Pallent ora, cutem ruga senilis arat (72) | inque meos vultus ruga senilis arat (Ov. //Pont. //1,4,2) | | Medusa et l'error mio (111) | ceu Gorgone uisa (137) | ceu Gorgone uisa (Claud. //Carm. //26,342) | | sí corre il tempo e vola (132) | prępetibus pennis (166) | praepetibus pinnis (Verg. //Aen. //6,15) | ===== Tabella 4 ===== ^ Marulić, //Ad Virginem beatam// ^ Marulić, altre opere ^ | Primaque uirgineos inter habenda choros (14) | Prima Fluentinos inter habenda uiros (//Ad Clementem VII. Pontificem Maximum, //v. 4; cf. Tabella 3: 2) | | Mens humilis super alta tulit Te culmina cęli (35) | Ille uolans summi super ardua culmina cęli (//De duodecim apostolis: Ioannes, //v.// //3) | | Affer opem misero (69) | Affer opem misero //(Principium operis Dantis Aligerii de Fluentino sermone in Latinum conuersum per M. Marulum, //v. 89) | | At Tu, Diua, omnes uincens pietate fideque (169) | Ipse Deus Medicem clarum pietate fideque (//De Leone X. P. M. Florentino de Medicum familia,// v. 1; cf. //Dauidias //1,34; 3,46; 7,43; 8,213; 10,314) | | Peccaui, fateor... (77) / Te postulo supplex... (61) / Spes erit inde mihi, gloria magna Tibi (128) | Peccaui, fateor tibi, rex, infanda locutus / Te contra, ueniam supplex peto. Parcere tanto / Laus tibi maior erit, mea quanto maior habetur / Improbitas. (//Dauidias //12,14-17) |